Se sei fan dei weekend estivi in montagna, il racconto di quello trascorso in Val di Fassa, in Trentino, tra il Passo San Pellegrino, l’Alpe Lusia, Falcade e Moena, non può che meritare una lettura bene attenta.
Due giorni favolosi in alta quota che vogliamo raccontarvi per filo e per segno.
Che sulla Val di Fassa c’è davvero molto da scoprire.
Fin dall’ arrivo il primo giorno, ci siamo subito riempiti gli occhi di bellezza, grazie agli scorci spettacolari, dalla parete sud della Marmolada al monte Pelmo, dal Civetta al Gruppo del Focobon, fino, appunto, alle mie tanto familiari Pale di San Martino.
E tra spiegazioni sull’incredibile varietà di gruppi rocciosi all’orizzonte (lo sapevi che la catena del Catinaccio è in roccia calcarea sedimentaria perché 250 mila anni fa qui c’era il mare? O che invece il gruppo dei Monzoni è in roccia magmatica vulcanica? Chi l’avrebbe detto che avrei fatto anche un ripasso delle lezioni di scienze di Suor Mansueta tra un’escursione e l’altra) è iniziata la prima giornata, organizzata dalla Scuola Sci Moena, che in estate offre un ricchissimo programma di attività green sotto l’etichetta Moena Outdoor.
Ogni giorno è possibile scegliere tra due o tre alternative diverse, a cui ci si può iscrivere fino alla sera prima. Ad esempio, nella Ski Area Alpe Lusia sono previsti tre possibili itinerari: uno a tema culturale-storico sulla Grande Guerra (il complesso infatti è il punto più a Nord verso cui si siano spinti i soldati italiani durante la Prima Guerra Mondiale ed è pieno di trincee e gallerie da cui godere di viste spettacolari), uno perfetto per le famiglie con bambini in cui si va in visita nella baita di nonno Raimondo che spiega il suo lavoro di apicoltore e fa assaggiare il suo miele appena fatto (ma, diciamocelo, andrebbe benissimo anche per chi, come la sottoscritta, ha una dipendenza dal miele che nemmeno Winnie Pooh nei suoi momenti migliori) e poi uno all’insegna del benessere, che è quello che abbiamo provato in prima persona il weekend scorso.
Una camminata in mezzo ai boschi e agli alpeggi del Lusia, spiegazioni sulle varie erbe incontrate lungo il percorso (dal cirmolo, perfetto per il brodo, al ginepro utilizzato per affumicare lo speck fino all’aconito napello, perfetto per…. avvelenare il nemico, così per dire), treehugging, barefooting, forest-bathing (ma chiamiamoli pure abbracciare gli alberi, camminare a piedi scalzi su sassi e legno per entrare più a contatto con la natura e immergere i piedi nel ruscello per riattivare subito la circolazione e fare il pieno di energia, mi fa più #estateitaliana), una tappa al Rifugio La Rezila (con le sue finestre bianche e rosse, perché fu dato il permesso di costruirlo solo se avesse ripreso i colori della bandiera austriaca) per conoscere Angelo, il proprietario, non solo maestro di sci, ma anche autore di romanzi d’amore. Ecco tutti gli ingredienti del Trekking del Benessere. A cui è seguita poi una passeggiata a Moena (mezz’oretta a piedi dalla base della funivia, fattibilissima soprattutto se c’è bisogno di smaltire un signor pranzo…vedi paragrafo sotto), perché non dimentichiamo che dall’ area di cui stiamo parlando sono perfettamente raggiungibili sia Moena che Falcade con tutti i loro negozietti e localini in perfetto stile montano.
Il secondo giorno è stato invece il momento di esplorare la Ski Area San Pellegrino e il Col Margherita. Anche qui c’è la possibilità di fare diverse escursioni a piedi o in mountain bike, ma è molto interessante anche esplorare il Col Margherita Park, un parco tematico, studiato e realizzato in collaborazione con il MUSE di Trento, che approfondisce la storia e la geologia delle Dolomiti attraverso 3 diverse installazioni, come il timone interattivo che consente di giocare con i profili delle cime dolomitiche che si stagliano tutto intorno, provando ad indovinare i nomi corretti delle diverse montagne (ovviamente con la mia fortuna il cielo è diventato grigio plumbeo proprio nell’ istante in cui mi stavo impossessando del timone…posso lasciarvi indovinare il numero di montagne azzeccate).
La cosa più interessante, poi, è che il Col Margherita, presentandosi come una vera e propria terrazza naturale a più di 2.500 metri e con una vista spettacolare a 360 gradi, è anche sfruttato come location di eventi davvero particolari, come il concerto in onore di Morricone, con orchestra sinfonica dal vivo di 60 elementi, che si è svolto proprio l’altro giorno, mercoledì 9 settembre. Ma questa è solo una delle iniziative speciali pensate per sfruttare questa ski area favolosa, non resta che da tenere assolutamente monitorato il sito dell’Apt Val di Fassa per tutte quelle che sicuramente verranno organizzate in futuro.
E in inverno?
Possiamo solo immaginare come si trasformi tutta l’area dopo un’abbondante nevicata. E le meravigliose sciate che si possano fare qui (non a caso le piste più famose, come La Volata, sono scelte anche per gli allenamenti di molte atlete della nazionale italiana, ma anche tedesca e slovena).
Sciate e non solo, in verità. Perché la Scuola Sci Moena organizza tante altre attività outdoor: dalle ciaspolate immersi in paesaggi innevati, come quella che attraversa il lago di San Pellegrino ghiacciato, alla gita a Fuciade con le slitte trainate da cavalli norici (gli stessi in mezzo ai quali abbiamo passeggiato in totale libertà l’altro giorno – priceless), fino a tutta una serie di escursioni per gli amanti dello sci alpinismo, in compagnia di esperte guide alpine.
In altre parole, l’imbarazzo della scelta, in cui non vediamo l’ora di perderci. 😊
Sicuramente quanto a rifugi dove mangiare bene dopo essersi stancati per bene con un buon trekking o una bella sciata nella Ski Area Alpe Lusia/San Pellegrino c’è l’imbarazzo della scelta, a partire da quelli che vi abbiamo citato all’interno dell’itinerario benessere.
Io poi abbiamo avuto la fortuna di provarne in particolare due che ci sentiamo particolarmente di consigliarti.
Lo Chalet Valbona, nella Ski Area Alpe Lusia, si propone come classica malga di montagna, dove il menù offre i classici piatti tipici della cucina trentina – dal tagliere misto di affettati alle uova con lo speck, dai canederli alle tagliatelle con i funghi, passando per polenta e crauti e tagliata di cervo – ma decisamente con una marcia (o forse anche due o tre) in più rispetto agli standard a cui di solito si può essere abituati (dare un occhio alle foto qui sotto per credere, garantiamo che ogni singolo piatto poi è stato spazzolato da quanto buono era). Ulteriore valore aggiunto: il rifugio è raggiungibile da chiunque in funivia, i bambini si possono divertire nel parco giochi, i genitori rilassare con un buon drink nella terrazza solarium. E contenti tutti. 😊
InAlto, nella Ski Area San Pellegrino, è invece una soluzione più moderna e di design, con cui si è voluto provare a riqualificare l’arrivo della funivia del Col Margherita. Arredi puliti e contemporanei, grandi vetrate con una vista spettacolare su tutto il comprensorio intorno, piatti tradizionali, ma rivisitati in chiave gourmet, e una magnifica terrazza esterna per riempirsi della vista spettacolare mentre ci si scalda con un buon bicchiere di vino.
Che sia un trekking o una lunga sciata, ciò che è indubbio è che in montagna ci si stanca, sempre e comunque Per questo quella di dove tornare alla fine di una giornata alla scoperta di una Ski Area immensa come questa non è scelta da poco.
Io non possiamo che consigliarti l’Hotel Costabella, al Passo San Pellegrino, il rifugio perfetto per riposarsi e restare in pieno contatto con la natura. Dal risveglio con lo scampanellare delle mucche al pascolo al tramonto sul lago esattamente davanti alle vetrate della sala ristorante, dalla ricchissima colazione a buffet (ma servita ovviamente con tutte le dovute precauzioni, nel pieno rispetto delle norme anti-covid) alla cena alla carta che aspetta gli ospiti già dalle 19.30 (e il poter mangiare presto, senza dover uscire a cena, dopo una giornatina a scarpinare tra i monti, o a macinare chilometri su chilometri di piste, fidatevi, non ha prezzo), dall’inconfondibile stile alpino delle aree comuni, alle camere iper spaziose e ristrutturate in chiave design, con una particolare attenzione ai piccoli dettagli, alla perfetta accoglienza di Patrizio che davanti a ogni richiesta ha sempre la risposta pronta. Abbiamo amato davvero tutto dell’Hotel Costabella. Incluso il pomeriggio in spa tra sauna, bagno turco e zona relax (area accessibile solo su prenotazione, sempre per rendere il soggiorno il più safe possibile) e le serate sul divano sotto il piumone, davanti a film strappalacrime. Per la serie “come sentirsi a casa fin da subito”, semplicemente questo.
Lasciamo parlare quest’ultima foto senza aggiungere molto altro.
A chi è venuta voglia di prenotare un weekend di trekking, natura e buon cibo ad alta quota?
#italiakeepsontravelling
Marketing Consultant e Travel Blogger, dopo più di undici anni in grandi multinazionali nel settore Beauty, ha deciso di unire l’esperienza marketing maturata in queste realtà alla passione personale per viaggi e scrittura.